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mercoledì 23 luglio 2025

IL BALCONE DEI PENSIERI LENTI

 Un dialogo felino sull'arte di non fare niente


In un angolo di mondo, dove il tempo si prende il lusso di rallentare e la pigrizia diventa poesia, due gatti si incontrano sul balcone di una casa silenziosa. Uno medita sull’infinito, l’altra arriva a turbare la quiete. Un piccolo dialogo che celebra la bellezza delle giornate lente e dei pensieri che non hanno fretta. 

* * * 

Ai miei nipotini Ludovica e Nino

Sul balcone c'è una sedia di vimini accarezzata dal vento. La tenda si muove appena, come in un lento saluto. Il sole fa capolino tra le nuvole, alternando ombre e riflessi dorati su pavimento.

In lontananza, una campanella suona per noia, più che per un compito preciso.

L’aria ha il sapore del limone, il mondo si è messo in pausa, non per stanchezza, ma per il puro piacere di non fare niente.

Il balcone è silenzioso, come se il tempo stesse dimenticando di scorrere. Davanti, una pianura fiorita si fonde con le montagne in lontananza, dove la primavera si arrampica sui pendii con mille sfumature di verde. Il vento gioca con i fili d’erba, piegandoli come in una danza che nessuno osserva.

Un gatto dorme acciambellato su un libro aperto, sulla sedia di vimini. Nessuno nei paraggi, neppure sul balcone. Solo il gatto, che si stiracchia con regalità. 

È l’unico abitante di quel regno sospeso. 

I suoi occhi semi-socchiusi scrutano il panorama come se stesse contemplando. Forse, in quel silenzio, sta meditando sulla vastità del mondo o… sul prossimo spuntino.

Per lui la solitudine non è tristezza. È sovranità. Quel paesaggio è suo e lo abita senza movimenti e senza fretta.

A volte un mondo pigro è il più filosofico di tutti.

Il gatto, già sentendosi signore indiscusso dell'universo, sta per concedersi un pisolino, quando… plof! Sul bordo della ringhiera si posa con grazia una gatta fulva dagli occhi smeraldo. Non è silenziosa e non è lì per caso.

«Ma guarda te, ancora a meditare sulle nuvole?» dice lei, stiracchiandosi ostentatamente e lasciando afflosciare la coda dietro un vaso di basilico. 

Il gatto solleva lo sguardo con calma ma infastidito, come se l’universo gli avesse fatto uno scherzo dispettoso.

«Stavo contemplando l’eternità. Tu, invece, sembri contemplare l’arroganza.»

Lei lo ignora con la grazia di chi sa di essere adorabile. 

«Ti serve un po’ di confusione, vecchio filosofo. Questo balcone è troppo serio. Hai mai pensato di rincorrere un’ape? O almeno di fare le fusa. Così, per confondere il mondo?»

Il gatto sospira. Poi, con un gesto inaspettato dalla gatta, si alza, le si avvicina e… le da una testata delicata e affettuosa.

La gatta sorride. «Hai capitolato?»

«Ho evoluto il pensiero,» mormora lui, tornando a sdraiarsi sul libro che il vento ha cambiato pagina: «L’universo può includere anche te.»

martedì 22 luglio 2025

GRATIS SU AMAZON OGGI E DOMANI - IL FORESTIERO

 


A Napoli arriva Ferdinando, un uomo elegante e schivo, con un segreto che lo spinge ad agire nell'ombra.

Non cerca legami, né sentimenti che possano intralciarlo nella sua missione. Eppure, l'enigmatico “dottore”, come tutti lo chiamano, si trova ben presto a fare i conti con la propria umanità, conoscendo il giovane e chiacchierone Pasquale e, solo di sfuggita, sua sorella Nina.

Nina è una ragazza intrappolata tra il dovere e il desiderio di libertà.

Le strade di Ferdinando e di Nina si sfiorano, tra sguardi fugaci e profumi nell'aria, preannunciando un incontro destinato a cambiare tutto. 

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lunedì 14 luglio 2025

Una lettura avvincente e rilassante con Elena Andreotti

 

Titolo: Mrs. Appleby e il mistero della pisside scomparsa.

Autrice: Elena Andreotti.

Genere: Cozy Mystery

Formati: Ebook 2,99 (gratis con KU) / Cartaceo - 13,00 

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TRAMA

Un omicidio scuote il piccolo borgo di Abbotsbury, nel sud ovest dell’Inghilterra. Il nuovo sagrestano, Paul Preston, è stato ucciso all’interno della parrocchia di Saint Nicholas durante la messa domenicale. Contemporaneamente scompare un’antica e preziosa pisside.

Cosa c’entra l’omicidio con il probabile furto?

Henriette Appleby, insegnante di letteratura in pensione, comincerà a interessarsi al caso, sempre un passo avanti rispetto alla polizia. Con lei la cara amica, vicina di casa, Lilian che contribuirà a dare risposte ai tanti interrogativi che il fatto delittuoso pone. 

Solo la capacità di ragionare fuori dagli schemi, porterà Henriette a un passo dalla soluzione.

RECENSIONE

Adoro i libri di Elena Andreotti, hanno la capacità di rilassarmi, pur mantenendo sempre alta la curiosità di proseguire con la lettura.

Questa volta ci troviamo ad Abbotsbury, in Inghilterra, e la protagonista è Henriette Appleby, una simpatica professoressa di letteratura in pensione. 

Fin dalle prime pagine, l'atmosfera da cozy mystery ti cattura completamente. Ti ritrovi immersa nella scena grazie alle descrizioni vivide delle abitudini della coppia, all'aria tipicamente britannica che si diffonde attorno a te e al rapporto speciale di Henriette con l'amica e collega di avventura, Lilian.

La sensazione è quella di guardare uno di quei telefilm del genere, ma con la comodità di poter leggere dove vuoi. Io, per esempio, l'ho letto spesso nella Villa Comunale, all'ombra dei lecci.

Come il primo libro che ho letto della Andreotti, la lettura è scorrevole e tranquilla. Ed è proprio grazie a questa fluidità che si va avanti con piacere, desiderando conoscere il seguito, scoprire cosa si nasconde dietro la sparizione della pisside e seguire i ragionamenti di Henriette, godendosi ogni passaggio.

Ti lascio un piccolo assaggio che mostra il carattere della protagonista:

«Ma dovete verificare questa cosa.» 

«Ci penseremo domani, quando andremo dalla vedova, a perquisire la stanza del sagrestano. Lei però, stia tranquilla.»

L'ispettore non la lasciò replicare e richiuse il telefono.

Henriette guardò l'apparecchio ormai muto e fece un gesto stizzito. 

«Non sopporto di essere trattata come una vecchia deficiente!»


Come per la prima volta, non posso che ringraziare l'autrice per questa piacevole e coinvolgente lettura.

domenica 13 luglio 2025

LA STAGIONE DELLE BOUGANVILLE. STORIA DI UN CAPITANO ITALIANO

 

 

Mentre un amore proibito fiorisce all'ombra della guerra, il capitano Lorenzo Letizia guida i suoi uomini su un fronte dimenticato, cercando di instillare un senso di normalità in un mondo ferito.

Un borgo greco, un drappello di soldati italiani: l'ironia tutta romanesca di Gaetano, la dolcezza di Daniele, la timidezza del giovane tenente, l'allegria della crocerossina Lisa…

Tra il soffio del Maltemi e il fruscio delle bouganville, si snodano varie vicende: l'arrivo degli inglesi, le rivalità interne con i civili, la storia del piccolo Carletto e i segreti del capitano Letizia. Ma quando il passato irrompe con il volto di Alice, i confini tra dovere e sentimento si fanno labili per Lorenzo.

Un romanzo delicato e vibrante, che racconta la guerra non solo attraverso le armi, ma soprattutto attraverso i cuori.

Sei pronto a scoprire cosa si nasconde dietro ogni petalo?

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giovedì 10 luglio 2025

PRIMA DI DIVENTARE UN FORESTIERO

 


INEDITO

Prima di partire, c'era solo lui e il respiro della montagna.

Il vento gli scompigliò il ciuffo, ma lui non lo rimise a posto. Se ne restò immobile sullo sperone roccioso, a osservare il viottolo. Nessuno scendeva, nessuno saliva. Lo sguardo si perse nel profilo grigio-blu delle montagne. Non era ancora pieno giorno, ma la luce bastava. L'iride gli pulsò viva.

Scese per il sentiero con passo sicuro, il cappotto aperto e la sua ombra lunga sui ciottoli, mentre il sole gli saliva alle spalle. Portava con sé una cesta di vimini vuota e un coltello pieghevole, infilato nella tasca interna.

Attorno a lui, boschi di abeti e larici si stendevano come un sipario verde, punteggiati qua e là da stavoli in pietra e legno, con scandole consumate dal tempo. Il sentiero correva fra prati ancora umidi di rugiada, dove il profumo fresco degli aghi di pino si mischiava all'aria leggera della sua terra.

Un torrente scorreva poco distante, accompagnando i passi sicuri di Ferdinando.

Si fermò accanto a un albero giovane e lo toccò con la punta delle dita, poi proseguì. Raccolse dei funghi, li osservò in controluce e li ripose nella cesta.

Un uomo anziano, con un bastone e un cane al seguito, lo incrociò sul sentiero. Nessuno parlò. Solo un cenno del capo. Ferdinando rispose con un mezzo sorriso: ciò che si fa tra gente che si conosce da sempre.

Al ritorno si fermò davanti a una fontana scavata nella roccia. Si lavò le mani, si sistemò il bavero e si sedette sul muretto. Dal rifugio una donna lo osservava dietro una tenda. Ferdinando non la guardò; si accese una sigaretta e lasciò che il fumo salisse lento, come se avesse tutto il tempo del mondo.

Dietro di lui le cime rocciose si stagliavano contro il cielo, ancora pallido per effetto di quelle nuvole che non lasciavano sul serio le sue montagne.

Il silenzio, mai per davvero muto, era pieno di cose vive: il canto di un uccello, il fruscio delle foglie, il respiro della montagna.

Quando si alzò, il sole era già più alto. La cesta era piena. La sua ultima quotidianità, solitaria, prima di partire.


GRAZIE A ROSSELLA PER UN PREZIOSO SUGGERIMENTO

IL FORESTIERO. THE MYSTERIOUS MAN


giovedì 3 luglio 2025

Semi di mandarino

 

Da IL FORESTIERO

Con un'andatura calma, quasi rituale, il bastone da passeggio, dal manico d'avorio, con la sua punta toccò la neve, tracciando un solco leggero lungo il vialetto del giardino. Il cappello blu calato sugli occhi e il bavero rialzato del lungo pastrano nero lo proteggevano dal vento tagliente di quell'inizio novembre già imbiancato. Su di lui un cielo pallido. Intorno, l'odore umido della terra bruna e dell'erba in agonia che si mescolavano all'aria fredda, creando una fragranza dolente di fine autunno.

Con la mano inguantata iniziò a sbottonarsi il soprabito, mentre si avvicinava alla vetrata, incorniciata da tende bianche ricamate a mano, che dava accesso al salone. Appena entrò, il tepore della casa lo accolse, insieme al crepitio della legna nel camino, il suono intimo di un inverno ormai presente.

— Bentornato, signore — disse Matteo, il maggiordomo, raggiungendolo con passo discreto e prendendogli il soprabito dalle mani.

L'uomo tolse il cappello, rivelando un'iride mutata in un castano quasi liquido dalla penombra della casa, e fece un cenno muto e affettuoso a quell'uomo che ormai chiamava di fiducia, come si fa con un complice o un fratello.

— Matteo, tutto bene?

— Qui tutto bene, ma alla villa di fronte, oggi sono venuti degli uomini… in camicia nera.

Il volto del giovane padrone, dai tratti nobili e il baffetto ben curato, si oscurò.

— Inoltre, vi consiglio di abituarvi al Voi. Tengono d'occhio chi non lo usa — continuò il maggiordomo.

— Fanatismo puro! — mormorò l'altro, per poi dire con tono più leggero: — Ma sì, stai tranquillo, terrò a mente il tuo saggio consiglio.

Fece una smorfia ironica, quasi malinconica, e chiese la posta. Matteo gli consegnò un vassoio d'argento con sopra tre buste dello stesso colore già aperte e una, diversa, ancora sigillata, con un simbolo che non lasciava dubbi.

Il padrone di casa prese quest'ultima con noncuranza e ironizzando: — Non mi dire che mi richiamano su entrambi i fronti.

— No, per fortuna. Sono comunicazioni generiche.




Assentì e si accomodò sulla poltrona di broccato beige, aprendo l'unica busta diversa.

Matteo stringeva ancora il pastrano tra le braccia, quando disse: — Non è detto che dobbiate sempre accettare. Il mese prossimo sarà Natale. Potreste scegliere qualcosa di diverso, per una volta.

Un sorriso, piccolo ma sincero, affiorò sulle labbra del padrone per quel caro inserviente più grande e, spesso, più saggio di lui.

— E va bene — disse Matteo, facendo spallucce, mentre portava via l'indumento.

Il giovane rise di gusto per la pazienza del maggiordomo, pazienza che conosceva meglio di ogni altra cosa. Gli ritornò in mente una battuta che lui stesso aveva fatto al momento dell'assunzione, notando Matteo della sua stessa altezza: — Io e lei potremmo giocare a pallacanestro.

Poi, prendendolo dal mobile accanto, si versò dello scotch in un calice sottile, osservandone l'ambra danzare contro la luce fioca del camino. Dopo un sorso assaporato lentamente, sfogliò la lettera.

Siamo lieti di informarvi che sono stati inviati semi di mandarino, varietà rara e resistente. La pianta troverà il suo clima più favorevole nei pressi di colline vulcaniche rivolte a sud, a condizione che la messa a dimora avvenga entro il quinto giorno del primo mese e che l'annaffiatura iniziale coincida con il calo del maestrale.

Le labbra gli si distesero in un sorriso nervoso. Colline vulcaniche. Sud. Quinto giorno del primo mese.

— Sono arrivati i semi? — domandò ad alta voce.

— Sì, signore — rispose il maggiordomo dalla stanza attigua.

— Me li portate qui, per favore?

Quando Matteo tornò con la confezione sigillata, con sopra immagini di mandarini fioriti, il padrone chiese di essere lasciato solo. Posò il bicchiere, sollevò il coperchio, spostò la terra scura del vaso e trovò un foglio sepolto all'interno. Lo aprì. Lì dentro, tra le righe, trovò un nome.

Ferdinando — si massaggiò la mascella: — Mmm… Per una volta tanto mi piace.

Richiamò Matteo: — Qual è stato il nome più assurdo che mi hanno assegnato?

Almo, signore.

Scoppiò a ridere. Poi disse: — Cortesemente, ti va di chiedere a tua moglie di prepararmi la borsa? Non prendertela, ma lei indovina sempre cosa mi serve.

— Se è per questo, anche io so cosa vi serve quando dovete soggiornare al possedimento egeo. Ma… non sarà troppo? Andare, tornare, poi partire di nuovo?

Dopo Rodi non farò ritorno a casa. Anzi, caro Matteo, scegliete pure voi dove stare per Natale e capodanno, se qui fra i monti o a Firenze.

Signore, penso che il vostro appartamento di Firenze necessiti di manutenzione.

Certo, ma tu hai una figlia e ai bambini piace la neve, soprattutto a Natale… Perché hanno un cuore ancora puro.

Rimase un attimo in silenzio, poi volse lo sguardo alla vetrata. I monti, immobili nel bianco, sembravano sospesi nel tempo. Un lungo sospiro gli sfuggì dalle labbra rosa e piene, sapendo che presto avrebbe dovuto dire di nuovo addio alla sua pace segreta, a quel piccolo angolo di mondo che ancora chiamava casa.

Signore, il mio unico desiderio è servirvi nel modo più adeguato — affermò il maggiordomo.

Lo so bene e ti ringrazio.

Il padrone abbandonò la poltrona.

Vado a sdraiarmi. Il viaggio… lo sai, sarà lungo.

Ma è mezzogiorno. Non avete appetito?

Se gentilmente, al mio risveglio puoi farmi trovare dei biscotti e una tazza di tè.

Mise le mani nelle tasche dei pantaloni e lasciò il salone con lentezza.


IL CONTINUO SU AMAZON E GRATIS CON KINDLE UNLIMITED LINK AMAZON



giovedì 26 giugno 2025

IL FORESTIERO 🌸 THE MYSTERIOUS MAN

Buongiorno 💞

è con grande gioia che vi annuncio la pubblicazione sul kindle store del mio racconto. 

IL FORESTIERO. THE MYSTERIOUS MAN.

Disponibile anche in KINDLE UNLIMITED 







SERIE - COME IL SOLE A GENNAIO

IL BALCONE DEI PENSIERI LENTI

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