“Il Cardo e l'Highlander” di Stefania De Prai Sidoretti è un'opera che cattura da subito sia per l’ambientazione che per l’intreccio romantico, con qualche punto, soprattutto nel finale, a mio avviso, che potrebbe far storcere il naso ma, proprio per questo lo rende imprevedibile, perché nel finale… eh no, dovete leggerlo per sapere.
Il paesaggio scozzese è più di uno sfondo, è un elemento che accompagna la storia, amplificandone il tono emotivo. La tensione tra i protagonisti è palpabile, costruita come sempre con cura, in modo da catturare chi cerca un romanzo immerso in atmosfere di desiderio e conflitto, un conflitto alquanto spassoso in certi battibecchi e io amo quando le storie iniziano così.
Il cardo, fiore ruvido ma resistente, diventa la metafora della forza e della fragilità dei sentimenti, un dettaglio che arricchisce la lettura.
La scrittura è fluida e piacevole, a tratti indulgente in descrizioni che rallentano il ritmo, ma tanto io, ormai, Stefania la chiamo La mia professoressa ed è un'autrice così empatica e dolce, che si diverte prima lei.
Complessivamente il libro riesce a trasmettere passione e atmosfera, è un romanzo che si legge con piacere, soprattutto per chi ama le storie ambientate in Scozia e i conflitti amorosi dal sapore classico.
Omaggio all'autrice
Il vento della brughiera sollevava i lembi del mantello di lui, mentre i suoi occhi profondi cercavano quelli di lei, incerti tra orgoglio e resa.
«Non sarà il destino a trattenerci,» mormorò egli «ma la scelta che facciamo adesso.»
Lei abbassò lo sguardo sul cardo che stringeva tra le dita e rispose con voce tremante: «Se davvero credi che il cuore possa resistere alle leggi del sangue, allora resta. Resta e dimmi che non siamo soltanto ombre.»
IL MIO VOTO
💞💞💞💞💞
Alla prossima
Annalisa


.jpg)


.jpg)
.jpg)

.jpg)

